Siamo stati apripista con la nostra Associazione, la quale per Statuto promuove, sin dal primo anniversario del referendum del 22 ottobre 2017, la Giornata annuale dell’autonomia dedicata alla riflessione e al confronto sul tema, aperta a tutti, invitando ogni anno anche tutti gli esponenti politici regionali. Sapevamo che sarebbe stato necessario tenere alta l’attenzione sul tema perché gli interessi degli apparati di potere centralisti avrebbero ostacolato il percorso di attuazione della riforma.
Mai però avremmo pensato che dopo 6 anni non avessimo un briciolo di autonomia in più, anzi nel frattempo il Veneto ha visto, tra l’altro, Sappada andarsene in Friuli Venezia Giulia, le strade regionali ritornare in proprietà dell’Anas e svanire la maggior parte delle prossime gare olimpiche previste a Cortina.
Pertanto stupisce che venga ora proposto di istituire la Giornata dell’Autonomia, per di più con un costo di 100mila euro, da parte di esponenti di forze politiche che governano in Regione e a Roma e che quindi avrebbero dovuto dare ai Veneti dopo 2.190 giorni i primi frutti della tanta agognata autonomia, avvicinando famiglie e imprese alle opportunità delle Regioni confinanti. Avrebbero dovuto, almeno, portare a casa una prima parte di competenze e funzioni e poi celebrare il risultato ottenuto. Le forze politiche che sono maggioranza di governo hanno infatti il dovere di attuare le norme, non di istituire giornate commemorative consolatorie per recuperare voti in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.