*a cura di Luca Baggio
Da più di 25 anni noi veneti siamo sedotti nella nostra aspirazione di autogoverno da tanti slogan e programmi elettorali. Parole come indipendenza, Padania, devolution, federalismo e autonomia hanno prodotto, per chi le ha pronunciate, tanti voti e poltrone romane e regionali ma nessun risultato concreto per i cittadini del Veneto. Bisogna cambiare strategia. Basta credere ai pifferai magici e ai riempitori di pance. Serve tornare alla politica vera, quella che produce vera democrazia come “governo per il popolo” come la definiva Abraham Lincoln. Serve una nuova organizzazione dello Stato che deve essere più vicino ai cittadini secondo il “principio di sussidiarietà”. Ossia tutto quello che si può fare a livello faccia. Il ruolo dello Stato deve essere di indirizzo e controllo verso gli enti locali e non certo quello di una gestione di potere e risorse sempre maggiore e lontano dalla possibilità di vigilanza da parte dei cittadini. Occorre tornare ad avere la possibilità di poter esprimere alle elezioni nazionali le proprie preferenze sulle persone e non solo sui partiti, in modo da poter eleggere i propri rappresentanti parlamentari di fiducia. Serve alzare la testa e vedere e studiare i modelli di Stato che funzionano meglio del nostro. E guarda caso, tra le democrazie occidentali, di cui facciamo ancora parte, quelle che producono i migliori risultati sono quelle organizzate in “Stati federali”. Germania, Svizzera, Canada, Stati Uniti e Australia sono tutti Stati federali in cui la gestione delle risorse a livello locale è maggiore rispetto al livello centrale. In Svizzera si arriva addirittura al 59 per cento delle risorse gestite dai Cantoni (fonte Arend Lijphart in “Le democrazie contemporanee”). Serve dunque tornare a parlare di federalismo ma stavolta con competenza, passione e senza strumentalizzazioni. Un federalismo da applicare in tutto il paese come una diversa e più produttiva organizzazione dello Stato. E l’autonomia? I manuali di scienza della politica la considerano l’indicatore dei diversi livelli di accentramento-decentramento degli Stati e quindi è uno degli elementi essenziali che caratterizzano gli Stati federali e non è alternativa al federalismo, bensì complementare. Il Veneto deve continuare a pretenderla nelle materie indicate dall’articolo 116 comma terzo della nostra Costituzione. Autonomia differenziata come tanto diverse sono le zone del nostro paese. Autonomia come salvaguardia dell’identità veneta, aspirazione di autogoverno e strumento per una più efficace azione amministrativa. Autonomia che non è patrimonio del centro-destra e neppure del centro-sinistra ma di tutti i veneti che credono ancora che si possa fare in un contesto di uno Stato nazionale riformato, federalista ed europeista.