Nonostante tra i principi fondamentali della Costituzione vi sia all’art. 5 quello dell’autogoverno regionale e locale, nonché quello del decentramento amministrativo dello Stato, siamo ben lontani nel nostro Paese da una vera cultura politica dell’autonomia, anzi negli ultimi 14 anni si sono ricentralizzati fortemente poteri e risorse con il pretesto prima della crisi economica del 2008-2011, poi della pandemia e ora dell’attuazione del PNRR, disattendendo la Costituzione e le Leggi Bassanini del ’97 sul decentramento amministrativo. Né si è attuata ancora dopo 13 anni la legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale.
Questa situazione è riflessa dai programmi elettorali dei partiti, alcuni autonomisti almeno a parole, altri ambigui, altri senz’altro contrari e che vogliono un ancor maggiore centralismo statale. Anche all’interno delle stesse coalizioni di governo ci sono idee diverse e questo fa presagire che continuerà l’ostruzionismo e la resistenza nel prossimo Parlamento per impedire il riconoscimento dell’autonomia differenziata prevista in Costituzione e chiesta dal 62% degli elettori residenti in Veneto con il referendum ammesso dalla Corte Costituzionale.
Pensare di gestire l’attuazione di tale riforma con il bilancino e compromessi al ribasso, per non scontentare le classi dirigenti estrattive del Sud, vuol dire rinviare l’autonomia del Veneto alle calende greche, mentre la realtà montana bellunese (che sta morendo, con comuni che vogliono passare ad altre regioni o che per sopravvivere deve sperare nei grandi eventi, che sono un fuoco di paglia) ma anche quella di Venezia (che ha bisogno di nuovi strumenti per governare problematiche specifiche) esigerebbero da tempo un’autonomia speciale.
Mettiamo a disposizione degli elettori che hanno votato Sì al referendum del 2017 questo strumento di analisi e valutazione oggettiva dei programmi dei partiti sul tema delle Autonomie, svolto dal nostro associato dott. Angelo Baldan, così che possano scegliere chi votare con maggiore consapevolezza.
Associazione Veneto per le Autonomie
“Questi 5 anni passati dal referendum senza alcun risultato concreto” – commenta la nostra Presidente Simonetta Rubinato – “confermano quanto ci insegna l’esperienza di chi l’autonomia l’ha ottenuta e ben praticata per lo sviluppo del proprio territorio, ovvero che per negoziare con le forze politiche nazionali la piena e progressiva attuazione dell’autonomia differenziata, anche tributaria, servirebbe un partito regionale popolare, autonomista e federalista, profondamente radicato nella società veneta e insieme culturalmente aperto ad una prospettiva nazionale, europea e globale, in grado di interpretare bisogni, esigenze, inquietudini e speranze di chi vive il Veneto. Sul modello della SVP tirolese o del PATT trentino o, guardando in Europa, della Csu bavarese“.