ODG su riordino istituzionale delle Province: elezione diretta e risorse adeguate

La nostra Associazione ha predisposto un ordine del giorno rafforzativo di quello proposto dall’UPI (Unione Province Italiane) all’approvazione dei Consigli Comunali e Provinciali, che fa seguito alla presentazione a Rovigo nell’ottobre 2018 del dossier “Il riscatto dell’Istituzione Provincia” realizzato dal giornalista Maurizio Romanato.

Le Province, infatti, prima ancora che Enti costituzionalmente garantiti, sono delle Comunità locali sedimentate da secoli, caratterizzate da elementi geografici comuni e percepite come concrete aree di riferimento nella vita quotidiana dei cittadini per numerose funzioni. Per questo l’art. 114 della Costituzione le considera Istituzioni costitutive della Repubblica e, dal collegamento tra il principio autonomistico di cui all’art. 5 della Cost. e quello democratico della sovranità popolare, ne consegue anche il diritto dei cittadini a partecipare attivamente alla vita di questi Enti territoriali.

Ciò tanto più dopo l’esito della consultazione referendaria sulla riforma costituzionale tenutasi il 4 dicembre 2016, la quale prevedeva la soppressione del riferimento nell’art. 114 della Costituzione alle Province quali enti costitutivi della Repubblica. Il voto referendario contrario ha avuto l’effetto “non solo di respingere la revisione costituzionale approvata dal Parlamento, ma anche quello di rafforzare, dandogli nuova vita, il Titolo V, Parte II della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3” (M. Bertolissi – G. Bergonzini, “Province, decapitate e risorte”, Giappichelli, pag. 74).

Inoltre il Consiglio d’Europa, in una raccomandazione all’Italia del 18 ottobre 2017 formulata in seguito ad una visita di monitoraggio sullo stato di attuazione della Carta europea dell’autonomia locale, ratificata dall’Italia nel 1999, ha espresso preoccupazione in particolare per “l’inadeguatezza delle risorse finanziarie di cui dispongono gli enti locali, e in particolare le province, per l’espletamento dei loro compiti, a causa della forte riduzione delle loro entrate proprie e dei trasferimenti statali come pure dei tagli di bilancio” e per “il fatto che gli organi di governo delle province e delle città metropolitane non siano eletti a suffragio universale diretto”. Il Consiglio d’Europa ha quindi esortato il Governo ed il Parlamento italiano a: “revocare le restrizioni finanziarie imposte agli enti locali, in particolare alle province, per garantire che le loro risorse siano proporzionate alle loro responsabilità”; “rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle province, ristabilendone le competenze, e dotandole delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle loro responsabilità”; “ristabilire elezioni dirette per gli organi di governo delle province e delle città metropolitane”. L’elezione diretta favorisce infatti la formazione di una dirigenza politica aggiornata in grado di rappresentare adeguatamente le istanze delle comunità locali. A questo riguardo merita ricordare il monito di Luigi Einaudi: “La classe politica non si forma da sé, né è creata dal fiat di una elezione generale. Ma si costituisce lentamente dal basso; per scelta fatta da gente che conosce personalmente le persone alle quali delega l’amministrazione delle cose locali piccole; e poi via via quelle delle cose nazionali od inter-statali più grosse”.

La nostra Associazione, sulla base dei principi di sussidiarietà e di autogoverno delle Autonomie locali e di rafforzamento della partecipazione democratica che la ispirano, ha quindi predisposto un ordine del giorno rafforzativo di quello dell’UPI, che pure si condivide, ritenendo indispensabile per i cittadini la presenza di una Provincia forte, autorevole, pienamente rappresentativa di una Comunità provinciale che si deve poter autogovernare, eleggendo il Presidente e i Consiglieri provinciali, e dotare di un’organizzazione adeguata e di risorse finanziarie sufficienti a garantire la buona gestione di funzioni quali il governo del territorio e dell’ambiente, lo sviluppo strategico locale, la rete stradale, l’edilizia scolastica e una serie di servizi alla persona, e ciò tanto più nell’ipotesi che, come auspichiamo, la nostra Regione acquisisca l’autonomia differenziata richiesta ex art. 116, terzo comma, Cost., in quanto, sulla base dell’art. 118 della Costituzione, proprio ai Comuni e alle Province dovranno in prevalenza essere attribuite le funzioni amministrative quali Enti di prossimità ai cittadini, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.

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