Pandemia e Geografia: i vantaggi del Policentrismo

Lasciare alle autorità locali il compito e la responsabilità di interventi diversificati sui territori, sia pure con un autorevole coordinamento nazionale, appare come una decisione opportuna.

*di Corrado Poli

Nell’attuale situazione di crisi dovuta alla pandemia, si trascurano due aspetti legati strettamente alla geografia: la distribuzione della popolazione e il rapporto tra territorio e amministrazione. Quando si identificarono i primi casi di Covid-19, a Codogno e Vo, fu possibile chiudere le aree e monitorare con successo il contagio. Ma quando si estese alle aree metropolitane e alle città maggiori, Milano e poi Parigi, Barcelona, New York, la situazione sfuggì presto di mano. Operazioni di drastico lockdown come quelle condotte in Cina non sono possibili. La pandemia non s’è fermata e piuttosto s’è ulteriormente diffusa. A parte alcuni focolai in luoghi circoscritti, la pandemia oggi affligge e spaventa soprattutto le metropoli. Uno dei maggiori responsabili della diffusione del virus è il trasporto pubblico da cui dipende la vita nelle grandi città. Nelle aree a insediamento diffuso, come il Veneto, il trasporto pubblico riguarda prevalentemente le scuole. Per la forma insediativa presente in gran parte della regione, gli spostamenti avvengono in percentuale molto più elevata che nelle grandi città con mezzi privati. Inoltre, in alcuni casi è agevole per le distanze, per la conformazione del territorio, per la distribuzione della popolazione (città di piccole e medie dimensioni) e per il clima, sostituire il trasporto pubblico con altri mezzi ecologici o addirittura recarsi a piedi al lavoro o per accedere ad alcuni servizi.

Lasciare alle autorità locali il compito e la responsabilità di monitorare le condizioni sanitarie sarebbe pertanto una decisione opportuna, magari trasferendo a rappresentanti e funzionari informazioni su come agire adeguatamente. Tanto più che le norme nazionali assegnano ai Sindaci la responsabilità della salute dei cittadini. Alla Regione spetta il compito di coordinare e programmare, nonché informare sulle pratiche più opportune. Per questo un rapporto diretto e strutturale con i Sindaci consentirebbe di valorizzare sia l’autonomia locale il ruolo della Regione in grado di fornire formazione e informazioni. L’autonomia dei Sindaci consentirebbe di adattare ogni provvedimento alle esigenze del territorio.

Purtroppo, alcune decisioni dei decenni passati, sono andate contro la peculiarità del territorio che oggi scopriamo essere anche efficiente dal punto di vista sanitario. Infatti, anziché valorizzare il territorio e il suo connaturato policentrismo, sono stati creati anche nel Veneto grandi attrattori di traffico e concentrazioni di persone basate su un malinteso principio di realizzare economie di scala. Tra queste, l’accorpamento di scuole e ospedali con conseguente dispendiosi investimenti sulle infrastrutture di mobilità ad alto impatto ambientale. Tutto questo nonostante le proteste dei cittadini. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale (TPL), nel Veneto in particolare (ma in genere ovunque), le scuole pesano sull’utenza in modo incisivo e in orari concentrati. La conseguenza è che le aziende di trasporto pubblico sono strutturate da mezzo secolo per rispondere a questa domanda. Ora, la risposta può essere quella di potenziare il TPL, ma non è assolutamente facile riuscire a farlo in pochi mesi, anche se qualcosa di più si sarebbe potuto fare. Per alleggerire il TPL e ridurre i contagi s’è pensato all’insegnamento da remoto, una misura di relativamente agevole e rapida applicazione. Non s’è pensato invece a decentrare le aggregazioni di studenti reperendo – anche in forma stabile – plessi di minore dimensione e quindi più controllabili e meno esposti al contagio. Anche questa azione di politica territoriale non sarebbe stata né facile né immediata, ma si sarebbe potuto pensarla e magari farne tesoro per il futuro. Le scuole sono responsabili della ciclica congestione del traffico nelle città anche di medie dimensioni. Non è una cosa che si possa cambiare in un mese, ma avviare una riflessione è opportuno.

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