«Il Veneto riparte con più autonomia. E con l’Europa» – Vvox –

Emergenza Covid-19, Rubinato (Veneto Vivo): «Si approfitta delle paure dei cittadini per tornare al centralismo»

«Nel dibattito politico italiano c’è chi chiede di riportare la competenza della sanità al centro per le falle mostrate dalla gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Si approfitta delle paure e dello smarrimento dei cittadini per innescare l’ennesimo conflitto politico tra Stato e Regioni con lo scopo in realtà di ricentralizzare il potere rispetto ad un settore che vale oltre 115 miliardi di euro l’anno di finanziamento pubblico». Queste le parole di Simonetta Rubinato, presidente di Veneto Vivo, che sottolinea come i problemi di coordinamento che si sono verificati tra Stato e Regioni «non stanno in carenze legislative: le rispettive competenze sono chiare in Costituzione, come pure le norme sulla catena di comando in caso di emergenza, che attribuiscono le funzioni di coordinamento al Presidente del Consiglio ed il comando operativo alla Protezione civile».

«Ci si dovrebbe piuttosto chiedere se chi aveva la responsabilità di governare l’emergenza sanitaria, ai diversi livelli, ha fatto tutto ciò che doveva fare – continua Rubinato -. A cominciare dal Governo nazionale, competente in via esclusiva per la profilassi internazionale e l’attuazione del Piano nazionale contro le pandemie, rimasto invece sulla carta, così che il Paese si è trovato impreparato contro il virus. Si dovrebbe inoltre riconoscere che dal decentramento sanitario è derivato il vantaggio della sperimentazione nei diversi territori di risposte diverse al COVID-19: il modello lombardo (tamponi solo su sintomatici in linea con iniziali direttive OMS e più ricoveri ospedalieri) e quello “eretico” del Veneto (più tamponi e maggiore integrazione socio-sanitaria sul territorio). Non sarebbe il caso di apprendere dai risultati positivi dell’approccio veneto, come pure dall’efficacia del federalismo sanitario della Germania, per migliorare l’organizzazione della nostra sanità pubblica?».

«Infine si dovrebbe cogliere l’occasione della crisi innescata dal Coronavirus (non a caso paragonata ad una guerra) per riformare l’Europa, rafforzando il potere di coordinamento delle Istituzioni europee rispetto ai singoli Stati, che oggi con i loro veti le impediscono di essere più utile e solidale. Unire e coordinare a livello europeo gli sforzi dei diversi Paesi contro un virus che ignora i confini nazionali consentirebbe un’azione più efficace, mettendo insieme non solo le ingenti risorse finanziarie necessarie, ma anche le migliori menti della comunità scientifica per la ricerca, ed elaborando direttive comuni per gestire la libera circolazione di merci e forniture anche mediche, la continuità produttiva di aziende e filiere ed il sostegno comune ad imprese e lavoratori. Anche il Veneto avrebbe da guadagnare da un’Europa meno suddita dei sovranismi nazionali e più vicina alle specificità dei diversi territori attraverso politiche di sviluppo regionale e macroregionale. Sarebbe utile a promuovere la cooperazione sanitaria e la solidarietà tra territori dell’Unione, ma anche ad affrontare l’incombente crisi economica, visto che tra le economie più resilienti ai primi posti figurano proprio quelle di alcuni Stati di dimensione regionale dell’Unione Europea (v. Index 2019 stilato tra 130 Paesi da FM Global). Per la ripartenza non abbiamo bisogno quindi di più centralismo, ma di più autonomia, più sussidiarietà, più Europa», conclude.

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