Consulta dà ragione a Camere di Commercio virtuose: un’occasione persa dal Governo Renzi

Quanto tempo e risorse sprecate da politica e apparati lontani dai territori.

E’ una bella notizia che la Corte Costituzionale abbia dato ragione alle Camere di Commercio virtuose di Treviso-Belluno e di Venezia-Rovigo e che i risparmi generati dalla loro fusione – circa 5 milioni all’anno – possano essere finalmente investiti a favore delle imprese del territorio.

Peccato che per un risultato sacrosanto ci siano voluti 6 anni di procedimenti giudiziari contro i riottosi apparati dello Stato e notevoli spese legali, quando l’on. Simonetta Rubinato l’aveva suggerito al Governo Renzi già nel luglio del 2016.

In un suo ordine del giorno, presentato alla Camera dei deputati in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 113/2016 in materia di enti territoriali, proprio raccogliendo la giusta richiesta delle CCIAA locali, l’on. Rubinato chiedeva  al Governo di “estendere alle camere di commercio che si sono accorpate o che si accorperanno, in seguito all’entrata in vigore dei decreti di riforma previsti dall’articolo 10 della legge 7 agosto 2015 n. 124 «Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura», misure normative di premialità analoghe a quelle previste per le fusioni di amministrazioni comunali, per consentire alle predette camere di commercio di utilizzare direttamente i risparmi derivanti dall’applicazione delle norme di contenimento della spesa, previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per il finanziamento di programmi di sostegno delle imprese delle rispettive circoscrizioni territoriali” (link: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=9/03926-AR/008&ramo=CAMERA&leg=17).

Il Governo aveva accolto in Aula l’ordine del giorno (https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2016/07/25/news/i-risparmi-restino-nella-marca-1.13871420/amp/), ma poi non vi ha dato alcun seguito.

Non si può che constatare con tristezza quanto tempo e risorse sono state sprecate dagli apparati centrali, disattendendo i principi di autonomia e sussidiarietà della nostra Costituzione, per non dare riconoscimento all’autonomia degli enti camerali più virtuosi che si sono accorpati per risparmiare e migliorare i servizi alle imprese.

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