Più che un Piano Marshall, contro le pandemie abbiamo bisogno di un New Deal per l’ambiente e le persone

Partendo dall’emergenza coronavirus, WWF Italia ha pubblicato un nuovo report dal titolo “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi – Tutelare la salute umana conservando la #biodiversità”, che mette in evidenza i collegamenti nascosti fra le azioni dell’uomo e le pandemie della storia recente, che hanno un fortissimo impatto non solo sulla salute delle persone, ma anche sull’economia e sui rapporti sociali. Per questo nell’ultimo decennio si è affermato sempre più, a livello globale, l’approccio “One Health”, che riconosce come la #salute degli esseri umani sia strettamente legata anche alla salute degli animali e dell’ambiente. Un concetto strategico, che promuove l’applicazione di un approccio integrato, multidisciplinare e collaborativo per affrontare i rischi potenziali o attivi che hanno origine dall’interfaccia tra ambiente di vita e lavoro, popolazioni animali ed ecosistemi. “Solo riconoscendo che la nostra salute e il nostro benessere sono strettamente collegati a quelli della natura che ci ospita, possiamo garantire la nostra specie dagli effetti più nefasti delle pandemie”, ha affermato la presidente di WWF Italia, Donatella Bianchi.

Sono convinta che per rendere efficace questo approccio in un mondo globalizzato e affrontare un’emergenza come quella in atto serve certo una #governance globale (che oggi non si dimostra adeguata alla sfida) e la massima cooperazione tra gli Stati in collaborazione con la comunità scientifica internazionale, ma è urgente e necessario che anche i sistemi di governo locali adottino questo nuovo paradigma culturale. Perché le persone vivono sui territori e la loro salute dipende prima di tutto dall’esistenza di ecosistemi locali sani per il cibo e l’energia, l’acqua e la biodiversità. Questo significa che anche in #Veneto si deve adottare questo concetto di “salute circolare”, ripensando intorno ad esso la programmazione regionale e il sistema socio-sanitario del nostro territorio, attingendo dalle professionalità trasversali con maggiori competenze a riguardo (medici e veterinari, epidemiologi, ecologi ed esperti faunistici, ma anche sociologi, economisti, giuristi), investendo di più nella formazione e nella ricerca multidisciplinare per la prevenzione, nella tutela dell’ambiente e della biodiversità, ma anche, come dimostra l’attuale emergenza, in strategie di coinvolgimento dei cittadini nella responsabile gestione della propria salute e di quella della propria comunità. Forse l’emergenza del #Coronavirus, che ha sconvolto le nostre vite, ci sta restituendo la consapevolezza che “la salute è un sistema di vasi comunicanti, che può essere migliorato grazie a un’innovazione responsabile che miri a rigenerare l’equilibrio” (Ilaria Capua). Più ancora che di un Piano Marshall, evocato qualche giorno fa dal Presidente del Veneto, abbiamo dunque bisogno di un #NewDeal, cioè un Nuovo Patto per l’Ambiente e le Persone.

A questo link il Report del WWF Italia presentato ieri: https://www.wwf.it/perdita_biodiversita.cfm

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