A leggere i programmi elettorali la vera sfida è quella di dove e come si troveranno le risorse finanziarie, ma anche umane, per tradurre in fatti gli obiettivi di miglioramento dei servizi pubblici e della competitività in ogni ambito economico e sociale della nostra regione. Nei prossimi mesi la nostra Associazione avanzerà al nuovo Presidente e Consiglio regionale delle proposte, ancorate alla realtà e alle aspirazioni della Comunità veneta, in linea con i propri scopi statutari.
Si sa infatti che il bilancio regionale è da tempo ridotto all’osso: la Regione può contare su un budget di 18 miliardi l’anno, di cui ben 12 assorbiti dalla sanità. In larga parte si tratta di voci di spesa pressoché obbligate, sulle quali i margini di manovra sono risicati: di fatto, l’entità di risorse libere da vincoli di destinazione gestibili dalla Regione si aggira tra i 70 e i 100 milioni l’anno. Tanto più che preoccupa l’aumento del contributo alla finanza statale previsto nella manovra di bilancio (che potrebbe salire da 30 a 90 milioni di euro ed è oggetto di trattativa in sede di conferenza Stato-Regioni), come pure il disavanzo della Pedemontana, che dovrebbe superare – ma non troppo, e sarebbe una buona notizia – le previsioni del piano economico-finanziario. Non è pertanto difficile credere a chi dice che nelle strutture della Regione sia già allo studio l’ipotesi di una addizionale Irpef come quella dell’Emilia Romagna: il gettito per il Veneto potrebbe ammontare a 500 milioni di euro. Senza il quale, come scriveva lunedì Francesco Jori, “chiunque sia a uscire vincitore dalle urne, tutti gli impegni enunciati & annunciati dai candidati sono destinati a rivelarsi il classico libro dei sogni”.
Gli impegni assunti dai candidati si scontrano anche con la realtà di una società in declino demografico e le criticità di molti settori economici e sociali in affanno nel reperire personale qualificato per continuare a garantire beni fondamentali quali la salute e la cura dei più fragili, ma anche una crescita dell’economia regionale in grado di produrre quella ricchezza che è necessaria alla sostenibilità del sistema di welfare sociale.
